«Bene la decisione del Governo di concedere una quota ad hoc di unità lavorative da destinare al settore dell’assistenza domiciliare e familiare, con particolare riguardo ai grandi anziani e ai disabili. Queste 10mila nuove quote, che si aggiungono alle 9.500 già previste nella programmazione triennale, sono una buona notizia per le tante famiglie che ogni giorno si confrontano con le criticità legate all’assistenza delle persone non autosufficienti e che sempre di più hanno problemi a reperire personale da assumere». È quanto dichiara la Fidaldo, Federazione Italiana dei datori di lavoro domestico, che lo scorso 23 settembre è stata convocata a Palazzo Chigi per partecipare al Tavolo tecnico che ha lavorato alla revisione della normativa dei flussi di ingresso oggi approvata in Consiglio dei Ministri.
«Siamo tuttavia preoccupati – prosegue Fidaldo – che l’aver previsto l’intermediazione obbligatoria delle agenzie per il lavoro o dei professionisti abilitati, possa comportare un ulteriore aggravio economico per famiglie già pesantemente provate dal costo dell’assistenza. Insomma, questo primo passo va nella direzione da noi richiesta di una maggiore attenzione alle esigenze del comparto, ma consideriamo maturi i tempi per una revisione strutturale, e non sperimentale, di tutto l’impianto della normativa che disciplina i flussi di ingresso per motivi di lavoro».
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